Sono una Pedagogista e mi occupo di educazione, ma sono anche una yogini (per chi non lo sapesse pratico yoga da qualche anno). Così, avanzando nella pratica e ponendo attenzione agli elementi che sostanziano queste due scienze che mi rappresentano e che amo profondamente, mi sono accorta che possono essere l’una l’essenza dell’altra ed essere un’ottima risposta alle necessità della persona.
Esiste, a mio avviso – ma non ho certo la pretesa di essere l’unica ad avere tale intuizione – un profondo legame tra Pedagogia e Yoga in quanto quest’ultimo è effettivamente una scienza dell’educazione, una scienza esistenziale.
Consapevoli che l’educazione non si esaurisce certo nell’alfabetizzazione, ma che riguarda la formazione integrale dell’umano in tutte le sue dimensioni di vita (affettiva, cognitiva, motoria, estetica, etica…), ritengo che ognuna di queste dimensioni abbia la necessità di essere posta all’attenzione e sostenuta durante lo sviluppo e per tutto l’arco della vita della persona.
Le ricerche ci danno informazione di come un sempre più crescente numero di giovani dimostri un’incapacità nel conservare e nel dare avvio ad un discorso di mantenimento delle conoscenze: nella prospettiva dell’educazione della formazione permanente, questi dati sono sinonimo di preoccupazione per gli addetti ai lavori.
L’altra problematica di non poco conto, è quella legata alla fluidità sociale: il soggetto massa si lascia trascinare dai media e dalla società dell’informazione generica, ma prestando attenzione dobbiamo sottolineare che l’informazione non è possibile definirla conoscenza! La conoscenza è tale se interiorizzata ed elaborata.
Ecco che la pedagogia si fa spazio in questa riflessione: il suo ruolo la vede in un impegno continuo per la difesa della singolarità, dall’esaltazione dell’individuo che non si lascia influenzare dalla competitività e dal qualunquismo, e che inoltre si dimostra capace di elaborare e avere padronanza della conoscenza affinché si manifesti libero di concettualizzare il proprio essere.
Per chi si occupa di educazione – ma non solo – è idea chiara che il sapere affinché si dimostri come esperienza significativa, debba dimostrarsi come un sapere incorporato. La pedagogia del corpo ci permette di avere una forte consapevolezza che ogni esperienza per essere appresa deve necessariamente passare attraverso il corpo.
Nella nostra cultura non siamo abituati a praticare tale concetto; nelle nostre scuole i bambini siedono ai banchi e vivono l’apprendimento attraverso lavori frontali, dunque il coinvolgimento e il lavoro di incontro con l’altro si riduce a questo tipo di impostazione.
Mettersi in relazione richiede invece un mettersi in gioco, tornare a giocare, imparare utilizzando differenti strumenti, facendo esperienza, muovendo il corpo, il quale a sua volta coinvolge il cognitivo stimolandolo e fissando maggiormente nella memoria ciò che viene vissuto.
Ecco dove lo yoga trova spazio in quanto disciplina che si prende cura della mente e dello spirito mentre lavora su e con il corpo.
La parola Yoga, nella sua radice terminologica viene intesa come “unione” – “legame” e porta il senso della pratica yogica al concetto moderno e per come viene applicata oggi. La pratica degli Asana, del Pranayama e della meditazione hanno lo scopo di creare unione – tra corpo, mente, spirito – al fine di “governare“, “aggiogare” i sensi per dedicare la propria coscienza ad attività più elevate: lo yoga viene inteso come una disciplina salvifica.
Ma senza entrare nel profondo della disciplina che ha insiti in sé molteplici aspetti spirituali (da non confondere con quelli religiosi), al momento mi preme porre attenzione al lavoro simbolico degli asana, i quali aprono alle persone la strada per un linguaggio multidisciplinare:
- piano simbolico,
- attenzione
- respirazione
- mobilità corporea
- concentrazione
Tutti questi aspetti contribuiscono sinergicamente per arrivare ad ottenere disponibilità e abilità nella meditazione. Praticare yoga ci aiuta ad armonizzare corpo, respiro e spirito, arrivando a sviluppare una maggiore consapevolezza del proprio modo di essere in un tutt’uno con quanto ci circonda e fino ad aumentare una più profonda connessione con noi stessi.
Inoltre, secondo gli yogi, la pratica è fondamentale anche per liberare le emozioni che spesso sono intrappolate nel nostro corpo. Con lo yoga ci muoviamo, rinforziamo i muscoli, li allunghiamo, creiamo occasioni di massaggio dei nostri organi interni, è dunque attraverso la pratica costante che ci prendiamo cura anche delle emozioni che condizionano il nostro corpo fisico.
Non sono forse tutti questi aspetti dei quali la pedagogia si prende cura e per la quale è impegnata ogni giorno nella ricerca e proposta delle migliori strategie e azioni educative?