Riflettevo sul senso dei pari diritti per tutti e per tutte…
Abbiamo veramente compreso il senso del primo articolo della Dichiarazione Universale dei diritti umani?
Pensandoci bene, ho paura che la frettolosità della nostra società sviluppata non abbia prestato la giusta attenzione a questo fondamentale diritto, tralasciando il messaggio implicito che vuole evidenziare.
Gli uomini e le donne devono avere pari diritti, eppure ancora troppo spesso vengono fatte distinzioni di genere, ma anche di stato sociale. Dov’è che sbagliamo? Dove accade che ci dimentichiamo degli ultimi e tralasciamo che tutti possano accedere alle stesse possibilità?
Girellando online mi sono imbattuta su un’immagine:
e sapete cosa? Io ho sempre odiato il paragone, fin da quando ero bambina. Oggi guardando quest’immagine la mia riflessione si fa più seria.
Entro nelle scuole, le famiglie mi aprono le porte della loro vita, incontro bambini e ragazzi di ogni genere, età, cultura e sì! Tutti hanno pari diritti, o almeno così dovrebbe essere, però spesso, molti di loro sono stati respinti, non compresi, etichettati
Questo accade perché a scuola crediamo di dover trattare tutti allo stesso identico modo, siamo fermamente convinti che non debbano essere fatte differenze. Ma abbiamo compreso male il compito di questo messaggio!
Sacrosanto il rispetto, la dignità e il diritto di godere tutti allo stesso modo, ma sono sicura che Mario sia uguale a Giovanni? O che Francesca abbia le stesse modalità di affrontare le cose di Giulia?
Non posso pensare che Mario, Giovanni, Francesca e Giulia siano uguali. Di loro dovrò considerare il carattere, le capacità, le possibilità e anche tutto quello che concerne il personale mondo.
E’ faticoso? Sì, molto, richiede un grande sforzo, molto impegno, grandi capacità di ascolto, accoglienza e competenze comunicative e critiche, ma se lavoro nel campo educativo, non ho scelta! Sono chiamata a questo, ogni singolo giorno, qualsiasi sia lo spazio che occupo, qualunque sia il bambino che incontro, dovrò considerare che questi è unico, speciale, irripetibile e portatore di una sua storia. Tenere di conto di tutti questi aspetti mi aiuterà a fare le scelte giuste, a proporre strumenti idonei, materiali raggiungibili e riflettere su come valutare.
Ogni professionista dell’educazione, genitore, educatore, insegnante, pedagogista, ha il compito di sottolineare l’unicità di quel bambino o quella bambina, valorizzandola e riconoscendola, aiutando poi alla condivisione e all’integrazione.